domenica 20 aprile 2008

V Domenica di Pasqua


Giovanni 14, 1-12

Il vangelo di questa domenica è di una ricchezza straordinaria.
Già l’affermazione centrale di Gesù: “Io sono la via, la verità e la vita” basta a dare il senso della pregnanza del testo.
A me pare che sia importante avviare la riflessione dalla prima di queste tre parole. “Io sono la via”.
Questa parola suggerisce l’idea di cammino, di movimento, di dinamismo, di apertura verso ciò che è inedito e sconosciuto.
Se questa parola viene associata alla verità, essa ci offre della verità un’immagine non usuale.
Noi siamo soliti pensare che la verità possa essere racchiusa dentro un sistema di pensiero, fatto di concetti e di parole.
Se valesse questa idea, allora si potrebbe parlare di verità in termini di possesso e dire: “Io ho la verità”.
Ma quando io penso di possedere la verità, allora in quel preciso momento sono esposto alla pericolosa tentazione di usare la mia verità contro gli altri, contro quelli che non l’hanno o hanno una verità diversa dalla mia.
La presunzione di possedere la verità diventa motivo di arroganza e di divisione.
Se questo atteggiamento è fatto proprio da una religione,è facile che questa religione pecchi di integralismo, che è la pretesa di possedere una verità totalitaria, in grado di risolvere tutti i problemi dell’esistenza, di dire come stanno le cose e come dovrebbero essere.
Ma per Gesù la verità non è qualcosa di statico, di conchiuso, di definito, che possa essere oggetto di possesso.
La verità è un percorso. La verità è lui, Gesù, che è sempre in cammino.
Solo chi è disposto a camminare al seguito di Gesù può entrare in rapporto con la verità, con quella verità che offre il senso ultimo delle cose e la meta ultima della nostra umana avventura.
Perciò mi sembra particolarmente felice l’affermazione di un vescovo francese (Mons. Rouet, vescovo di Poitiers), il quale in una sua omelia ha detto: “La fede comincia dai piedi, perché bisogna andare, bisogna muoversi”.
Se è vero che Gesù è l’immagine assoluta e pura di Dio che si è incarnata in un’immagine pura e assoluta dell’umano, noi la verità la possiamo riconoscere se ci muoviamo, passo dopo passo, verso la contemplazione del volto di Gesù.
Perciò è importante tenere gli occhi fissi su Gesù.
Ogni volto è un libro aperto.
Giustamente è stato detto che “un volto veramente umano è al tempo stesso il più bel foglio e la più bella scrittura del mondo” (C.Bobin).
Sul volto di Gesù, presente in mezzo a noi, sono principalmente due le verità più importanti che possiamo leggere.
Il volto di Gesù ci parla di un Dio che è Padre e ci ama.
Sentirsi amati da una persona è già qualcosa di immenso e di inesprimibile.
Sentirsi amati da Dio è come sentire che il proprio cuore si innalza
nella leggerezza e nell’immensità della luce.
Ma c’è un’altra parola che possiamo leggere oggi sul volto di Gesù, questa più severa, ma non meno luminosa.
La verità della vita, ci dice Gesù mentre sta per lasciare i discepoli (sente infatti avvicinarsi i giorni della passione), non è soltanto l’amore che si riceve, ma anche l’amore che si dona.
A tutti coloro che pensano di possedere la verità, soprattutto se teologi, biblisti, specialisti della parola di Dio, Gesù ricorda che la verità, l’alta verità, porta sempre le stimmate dell’amore.
Se non porta queste stimmate, se non è passata attraverso il frantoio della sofferenza affrontata per amore, non è una verità vitale.
Ecco dove ci ha portati l’idea di cammino applicata alla verità.
E se questa idea di cammino l’applicassimo anche alla parola vita?
Anche la vita non è mai completamente sperimentata e posseduta,ma è sempre da attendere e da sperare.
A guidarci verso la pienezza della vita è ancora lui, il Cristo, il quale ci invita a guardare avanti, a contemplare il posto che per ciascuno è preparato nella dimora del Padre
Gesù usa un linguaggio elementare, si direbbe infantile per parlare della vita che ci attende.
D’altra parte come sarebbe possibile esprimere un’esperienza che partecipa della vita stessa di Dio?
Ci basti sapere che c’è un posto preparato per ciascuno perché c’è un Padre che ama ciascuno in modo particolare.
Come arrivarci?
Seguendo Gesù il quale ci fa capire che tutto ciò che rappresenta una vittoria sull’egoismo, sul potere, sull’orgoglio, tutto ciò che esprime un amore reale è già un modo di conoscere e di sperimentare la vita che ci sarà data in pienezza.
E’Cristo che ci sostiene in questo cammino, il Cristo che oggi è voluto entrare in rapporto con noi come la via che conduce verso un orizzonte aperto, affascinante e promettente di verità e di vita.

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